Factum est (LA GRAMMATICA DEGLI AFFETTI)
Di Giovanni Testori
Con Andrea Soffiantini
Cosa significa, oggi, affermare la vita? Perché ogni vita è “necessaria”?
“Cri”. Comincia così il Factum Est, uno dei monologhi più intensi del teatro testoriano: a spezzare il silenzio è il balbettio di un feto, una sillaba appena accennata, apparentemente incapace di significato, e che tuttavia nella sua incompiutezza, descrive già la direzione di una domanda. Una parola che prende vita a poco a poco, fragile e potente, e che incalzando il cuore dello spettatore sa dare voce e corpo allo scandalo del dolore umano.