Questo centro culturale nasce nel 1957, con la presenza di Maria Callas come madrina della cerimonia inaugurale. Le origini della nostra storia però, sono molto più antiche: risalgono alla presenza dei Frati Minori Cappuccini a Milano. Noi abbiamo a cuore di raccontare tutta quanta la storia, lasciando a voi decidere da quale data partire a leggere….
Primo insediamento eremitico dei Cappuccini a Milano, quando padre Giovanni da Fano ottenne da Francesco Sforza di stabilirsi presso la cappella ducale di San Giovanni alla Vepra, sita dove c’è oggi via Vepra, una piccola traversa di via Foppa. Era una località vicina al fiume Olona, sassosa, malsana e incolta, chiamata “La Vepra” forse per la presenza di numerose vipere, o – come suggerisce il latino vepres – di pruni e spini selvatici.
Per l’impraticabilità del luogo (l’Olona spesso straripava inondando il territorio circostante), i frati decisero di lasciare la Vepra e di stabilirsi nella zona di Porta Vercellina, nel piccolo convento di San Vittore all’Olmo, situato nel borgo delle Oche, dove ora si trova il carcere e dove la tradizione voleva che fosse stato decapitato il martire San Vittore. Qui i frati rimarranno a lungo, gratificati dalle frequenti visite dell’Arcivescovo Carlo Borromeo, che spesso vi si recava a pregare.
Grazie a numerose donazioni e a contributi pubblici dei governi asburgici, l’ordine fa partire la costruzione di un secondo complesso cappuccino nel borgo di Porta Orientale (l’attuale Porta Venezia) che potesse accogliere il crescente numero dei frati, una biblioteca e una scuola per i conversi della Lombardia. La chiesa (consacrata nel 1603 da San Carlo Borromeo) e il convento – oggi scomparsi – occupavano un’area molto grande, corrispondente all’attuale piazza Duse e alle vie circostanti (una delle quali non a caso porta tuttora il nome di via Cappuccini).
Le soppressioni napoleoniche non risparmiano neanche i Frati Minori Cappuccini, costretti a lasciare la città: i conventi di San Vittore e dell’Immacolata Concezione vengono soppressi e le chiese sconsacrate. Cinque anni più tardi quella dell’Immacolata sarà addirittura demolita, costruendovi al suo posto il palazzo Rocca Saporiti, tuttora visibile in Corso Venezia 40. Per 44 anni i Cappuccini non potranno tornare a Milano.
Al termine delle Cinque Giornate, per una sfiducia profonda verso il clero milanese, il generale Radetzky richiama i Cappuccini a Milano riconsegnando all’Ordine la sede di San Vittore all’Olmo e affidandogli l’ospedale militare di S. Ambrogio.
Per le nette posizioni antisabaude prese dall’Ordine, il governo ordina ai frati di lasciare il Convento di San Vittore, al posto del quale sarebbe stato edificato il nuovo carcere.
Quasi clandestinamente i frati riescono a restare in città e, con l’aiuto di generosi benefattori, cominciano a costruire il convento del Monforte, in viale Piave, così da avere almeno una casa in città.
Proprio nella zona fuori Porta Vercellina, dove tutto era cominciato 3 secoli prima, i frati riescono ad avere un terreno e iniziano a costruire il grande complesso di piazza Velasquez, composto dalla chiesa (consacrata nel 1907 alla Madonna degli Angeli, come la Porziuncola) e da un ampio convento che nel 1899 aprì anche lo studentato di Teologia. Da subito si è assistito ad un continuo crescendo di attività benefiche e di iniziative operose per quella vastissima parte di territorio parrocchiale che confinava con le parrocchie del Giambellino, di Baggio, di Quinto Romano, di Trenno e di Lampugnano. I frati del convento erano chiamati anche “frati della Maddalena” per la vicinanza ai resti dell’antico villaggio agricolo detto “la Maddalena” (l’attuale piazza De Angeli) per la presenza di una chiesetta dedicata a Maria Maddalena.
Il 13 marzo, alla presenza dell’Arcivescovo Cardinal Ferrari, viene inaugurato il Ricreatorio San Francesco, in sostanza un oratorio ricavato dall’ampio orto del Convento e messo a disposizione per il ritrovo e il divertimento dei ragazzi sparsi nei cascinali e nelle prime case popolari della zona, troppo lontana dall’oratorio Fopponino. L’allora Padre Generale dell’Ordine – Pacifico da Seggiano – auspicava che il Ricreatorio divenisse «salvezza della gioventù, scuola e palestra di virtù religiose e civili, onore della famiglia e decoro della Patria».
Fu aperto il Salone (l’attuale teatro) e, con la presenza di circa 300 ragazzi, il ricreatorio prese a funzionare anche nei giorni feriali, sia mattino sia pomeriggio, come una specie di colonia.
Vista l’intensa fioritura di oratori nelle vicine parrocchie, il Ricreatorio fu particolarmente destinato ai giovani terziari dell’ordine, per un ulteriore approfondimento dello spirito francescano mediante conferenze, recite teatrali e proiezioni cinematografiche.
Padre Vittricio Mabellini da Borno viene assegnato al Convento di piazzale Velasquez, con l’incarico di assistente al Ricreatorio, attivo da ormai 39 anni. A guerra appena finita, l’unica attività rimasta al Ricreatorio era l’assistenza alla fraternità del terz’ordine e, al suo interno, della Gioventù Francescana (fraternità dedicata ai giovani tra i 14 e i 30 anni). Per padre Vittricio apparì presto evidente la necessità di allargare a tutti i giovani le proposte vissute da queste due realtà e finora interne al mondo francescano. Così – ripensando al roseto accanto alla Porziuncola di Assisi, tra le cui spine San Francesco si gettò per vincere le tentazioni – nacque in padre Vittricio l’idea di un simbolico roseto accanto alla chiesa dei frati, che offrisse alla gioventù un «riparo ed una salvezza dalle lusinghe del mondo e dai pericoli che offre sempre una grande città» (Cfr. fra’ Ginepro, numero commemorativo 1967, pag. 31). Fin dall’inizio del Ricreatorio, i giovani terziari francescani si cimentarono in spettacoli teatrali e musicali.
Il 3 aprile, con la posa della prima pietra del teatro, il Ricreatorio diventa Centro Francescano Culturale Artistico Rosetum. Nello stesso anno si predispone il campo da bocce all’aperto e viene costituita la Bocciofila Rosetum.
Nasce la rivista Fra’ Ginepro, mensile di attualità, arte e cultura, curato ed edito da Rosetum.
Rosetum diventa una sottosezione dell’UNITALSI (Unione Nazionale Italiana Trasporto Ammalati a Lourdes), con pellegrinaggi biennali a Lourdes proseguiti fino al 2000 e curati dalla Gioventù Francescana e dal terz’ordine. Nel cortile del Centro viene ricostruita la grotta delle apparizioni di Lourdes, davanti alla quale il Rosetum ha promosso fino al 2000 la “Giornata dell’ammalato”: un momento di preghiera comunitario che radunava moltissimi infermi della zona, provenienti non solo dalle proprie abitazioni, ma anche dalle limitrofe case di riposo. La grotta di Lourdes presso il cortile di Rosetum è tuttora meta di numerosi fedeli.
Il 2 giugno viene inaugurata la riproduzione della grotta di Lourdes che, da allora, non ha mai smesso di essere continua meta dei fedeli della zona. Per volontà di padre Vittricio, la grotta è dedicata ai Benefattori del Rosetum.
Rosetum istituisce il I Ambrogino d’Oro, rassegna di canzoni per bambini fino ai 12 anni, in cui gli stessi potevano proporsi come interpreti davanti al pubblico.
1° edizione del Premio Rosetum, finalizzato a valorizzare le più meritevoli opere di pittori esordienti (soprattutto milanesi e lombardi) che in quell’anno avevano cominciato ad esporre le proprie opere in una improvvisata galleria d’arte ospitata all’interno del Centro.
In questa occasione nasce il Gruppo Artistico Rosetum (GAR), redazione di pittori e scultori che si proponeva, allora come oggi, di: diffondere la passione per le belle arti; permettere agli aderenti di migliorare le proprie competenze artistiche; trovarsi settimanalmente per disegnare, dipingere, confrontarsi, discutere sulle tecniche pittoriche. Per molti anni il GAR si prese cura di organizzare le successive edizioni del Premio Rosetum, avvalendosi anche di importanti sedi milanesi, come la Rotonda della Besana (nel 1965) e l’Arengario (nel 1969). La presenza del GAR a Rosetum è stata fino al 2021.
La società sportiva Fratelli Azzini (costituitasi nel 1924 e impegnata soprattutto nello sport del ciclismo) ufficializza la propria sede presso il Rosetum, assumendo la nuova denominazione di Unione Sportiva Fratelli Azzini-Rosetum. La loro presenza sarà fino al 1970.
Con l’esecuzione di 35 concerti, inizia anche l’attività concertistica di Rosetum, grazie alla nascita di due realtà:
Viene inaugurata la Galleria Velasquez, ricavata dall’interrato sottostante il coro e la sacrestia della Chiesa e destinata ad ospitare le opere degli artisti frequentati il GAR.
Il cosiddetto “Movimento terza età” si riunisce ogni mercoledì al Rosetum per incontri di approfondimento su fatti dell’attualità, per vivere momenti di intrattenimento e di svago, a volte anche per mettere a disposizione del Centro le proprie capacità artigianali. Un frate del convento fa’ loro da assistente spirituale.
Il campo da gioco della bocciofila viene coperto, dando così la possibilità ai soci di praticare questo sport durante tutto l’anno.
Nasce l’Orchestra sinfonica Rosetum, composta da giovani musicisti e da orchestrali professionisti in pensione, che qui potevano continuare per hobby la loro arte musicale con esibizioni settimanali alla domenica sera.
In questo decennio, Rosetum diventa anche una sorta di scuola e di primo palcoscenico per giovani promesse sia della musica, sia del teatro.
Attestato di Benemerenza Civica del Comune di Milano, assegnato al Rosetum con la seguente motivazione: «Fondato nel 1956 sulle basi di svariate attività che i Frati Cappuccini già svolgevano nella zona periferica di via Pisanello, promuove svariate iniziative culturali, ricreative e assistenziali, con la collaborazione esemplare di laici volontari impegnati in opera di umana solidarietà».
Nasce la Corale polifonica Rosetum che, fino al 2000, ha prestato i suoi servizi durante le Messe. Composta da 110 elementi, si è esibita in varie occasioni e nel 1990 la Corale si è esibita anche in Duomo, in occasione del decimo anniversario episcopale del Cardinal Martini.
Nel centenario della nascita di padre Pio da Petralcina, nel 450° anniversario dell’arrivo dei cappuccini a Milano e nel bicentenario della nascita di Alessandro Manzoni, il Rosetum commissiona e finanzia la realizzazione di un monumento dedicato a padre Pio e ai Cappuccini lombardi da collocare in piazza Velasquez, davanti alla chiesa. L’opera fu realizzata dallo scultore Ferdinando Saccomani e, oltre alla figura di padre Pio benedicente, rappresenta 3 episodi tratti dai Promessi sposi con protagonisti tre cappuccini: padre Cristoforo che affronta don Rodrigo, padre Felice Casati fra gli appestati del Lazzaretto e Fra Galdino alla questua delle noci.
A seguito della presenza di questo monumento, fu istituita la “Festa di Padre Pio”, evento popolare di quartiere che si tiene tuttora annualmente, nel penultimo week end di settembre, con una grandissima partecipazione di popolo.
Rispondendo alle sollecitazioni dell’enciclica “Christi fideles laici” – in cui papa Giovanni Paolo II esortava i cristiani ad offrire il proprio contributo nella società tutta, compreso l’ambito politico – il Rosetum ha costituito al proprio interno una sezione d’ambiente della Democrazia Cristiana, promuovendo conferenze e tavole rotonde che hanno favorito il dibattito e la partecipazione dei cittadini. Conseguentemente a ciò, il Rosetum ha periodicamente organizzato anche incontri spirituali rivolti ai politici cattolici e finalizzati all’approfondimento dell’antropologia cristiana in tutti gli aspetti della vita civile.
Premio Cultura 1990 istituito dalla Presidenza del Consiglio dei Ministri.
Iniziano i concerti della domenica mattina, la cui proposta nasce per agevolare la presenza delle famiglie con bambini e degli anziani.
Rosetum riceve il Premio Isimbardi: riconoscimento che la Provincia di Milano assegna a persone e associazioni cittadine che, nell’anno in corso, si sono particolarmente distinte per il loro impegno culturale e sociale.
Padre Marco Finco (ofmcap) assume la direzione artistica di Rosetum.
Di seguito, la sintesi dell’attività artistica di Rosetum nel 2012:
In occasione del 55° anniversario di Rosetum, viene ripresa la stagione lirica di Rosetum.
Di seguito, la sintesi dell’attività artistica di Rosetum nel 2013:
Si costituisce l’Associazione “Amici di Rosetum”, volta a sostenere l’attività del Centro Culturale.
Di seguito, la sintesi dell’attività artistica di Rosetum nel 2014:
Di seguito, la sintesi dell’attività artistica di Rosetum nel 2015:
Inizia la ristrutturazione dell’ex bocciofila come CAPANNONE ROSETUM, uno spazio polifunzionale per spettacoli teatrali, musicali, didattici e conferenze.
Di seguito, la sintesi dell’attività artistica di Rosetum nel 2016:
Di seguito, la sintesi dell’attività artistica di Rosetum nel 2017:
Di seguito, la sintesi dell’attività artistica di Rosetum nel 2018:
Di seguito, la sintesi dell’attività artistica di Rosetum nel 2019:
La situazione di emergenza sanitaria, in atto dal febbraio 2020, ha comportato per Rosetum l’annullamento di 65 eventi programmati. Gli eventi in presenza si sono potuti svolgere in poco più di due mesi (gennaio e a cavallo tra giugno e luglio) e, per il 95%, sono stati a titolo gratuito, con la sola richiesta di un’offerta a cappello. I numeri, da questo punto di vista, danno speranza: 2.165 persone hanno partecipato ai 39 eventi gratuiti proposti nel 2020. A questi si aggiungono 58.554 persone che, sulla pagina facebook e sul canale youtube di Rosetum, hanno visualizzato 81 video rubriche prodotte al nostro interno su vari temi: cinema, musica, arte, clownerie e storie per bambini.